La Pala del Perugino, dopo il restauro dell’OPD, torna a Fano con una mostra-dossier

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La Pala del Perugino, dopo il restauro dell'OPD, torna a Fano con una mostra-dossier

Torna a Fano, dopo un grande lavoro di restauro, la Pala di Durante, conosciuta anche come Pala di Fano, dipinta da Pietro Perugino, il più grande maestro del suo tempo. La mostra-dossier al Palazzo Malatestiano di Fano fino al 7 aprile 2024 consente di vedere, come mai prima, la Pala e ogni sua sezione, attorno a cui sono disposti resoconti del restauro e confronti fondamentali, grazie a riproduzioni digitali.

È un ritorno e un evento molto importante e atteso per la città di Fano, degna conclusione delle celebrazioni dei cinque secoli dalla morte di Pietro Vannucci, universalmente noto come Pietro Perugino. La Pala di Durante è rientrata alla sua sede, infatti, dopo un restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, su uno dei capolavori del maestro umbro, al suo tempo considerato ‘il primo pittore al mondo’, come lo descrive anche il contratto redatto a Fano.

L’opera sarà visibile fino al 7 aprile 2024 presso la sala Morganti del Palazzo Malatestiano, nella mostra-dossier Pietro Perugino a Fano. ‘Primus pictor in orbe’.
La mostra, curata da Anna Maria Ambrosini Massari con Emanuela Daffra, è realizzata dal Comune di Fano, in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e con il contributo della Regione Marche.

Primus pictor in orbe’: ‘primo pittore al mondo’, così viene descritto Perugino nel contratto del 1488 che lo portava a lavorare a Fano dove avrebbe realizzato due opere eminenti: la Madonna con il bambino in trono e i santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa, Francesco, Pietro, Paolo e la Maddalena, detta Pala di Durante, e l’Annunciazione.

La Pala di Durante, dipinta a olio su tavola, fu eseguita per l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Nuova di San Lazzaro e fu realizzata a più riprese, tra il 1488 e il 1497. È così definita dal nome che compare nell’iscrizione sul piedistallo ai piedi della Vergine: Durante di Giovanni Vianuti, che nel 1485 fece un lascito ai frati Minori Osservanti, il cui convento venne più tardi trasferito nell’attuale sede della chiesa di Santa Maria Nuova.

Il pannello principale raffigura la Madonna con il Bambino seduta su un alto trono con ai lati i santi. Il gruppo è disposto all’ombra di un chiostro rinascimentale, aperto sullo sfondo verso un luminoso paesaggio collinare. A completamento della pala, una lunetta con Cristo in Pietà tra i dolenti e santi Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea e una predella con cinque Storie della vita della Vergine, alla cui realizzazione o perlomeno progettazione grafica, alcuni storici dell’arte ritengono che abbia collaborato il più geniale allievo di Perugino e futuro protagonista della scena artistica, Raffaello Sanzio, allora appena quattordicenne.

La mostra-dossier consentirà di vedere come mai prima la Pala e ogni sua sezione, attorno a cui saranno disposti resoconti dell’eccezionale restauro e confronti fondamentali, grazie a riproduzioni digitali. In particolare, quello con la cosiddetta ‘pala gemella’, realizzata per l’altare maggiore della chiesa degli osservanti di Senigallia. Un confronto accattivante, con elementi didattici e scientifici di straordinaria importanza, che ci portano dentro le grandi botteghe artistiche del tempo.
Il percorso espositivo, e le sue ricostruzioni virtuali e riproduzioni, racconteranno i momenti che comprendono l’attività fanese, dallo scorcio degli anni Ottanta per arrivare alla conclusione della Pala di Durante nel 1497, quando Perugino era all’apice della carriera e, dopo il successo della direzione del cantiere sistino in Vaticano, lavorava a un ritmo vorticoso che imponeva il riutilizzo di invenzioni fortunate, con variazioni più e meno significative e con l’aiuto di collaboratori.

Il restauro, curato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha riportato la Pala al suo splendore ed ha permesso di approfondire lo studio dell’opera del Perugino, attraverso un’estesa campagna di indagini diagnostiche, radiografiche, fotografiche e multispettrali e dell’esame dei manufatti al verso, ad opera di un gruppo di lavoro multidisciplinare di restauratori specializzatistorici dell’arte, esperti scientifici e fotografi. Sezione di centrale importanza, che accompagnerà il percorso della mostra, sarà quindi quella relativa alla documentazione del restauro, fonte indubbiamente di molte nuove e ulteriori acquisizioni e precisazioni.

La mostra:

Pietro Perugino a Fano
‘Primus pictor in orbe’

Fano, Palazzo Malatestiano, sala Morganti
fino al 7 aprile 2024

a cura di Anna Maria Ambrosini Massari
con Emanuela Daffra

Per informazioni:

Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano
Tel. 0721 887845-847 – [email protected]

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