Abbazia di Praglia. Il laboratorio di restauro del libro e di opere d’arte su carta

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Abbazia di Praglia. Il laboratorio di restauro del libro e di opere d’arte su carta

Il laboratorio di restauro del libro e di opere d’arte su carta dell’Abbazia di Praglia inizia la sua attività nel 1951. Dalla fondazione del laboratorio sono stati restaurati migliaia di beni culturali librari e archivistici, opere d’arte su carta e pergamena. Nei registri che conservano la memoria di ciò che si è restaurato si contano quasi trentamila interventi. Tra questi il codice membranaceo in onciale di Lattanzio del VI-VII sec. della Biblioteca Universitaria di Bologna, bolle di Papi e imperatori, lettere autografe di vari personaggi illustri. Tra ciò che ha segnato la storia del laboratorio, si ricorda a perpetua memoria il recupero e il primo intervento sul materiale alluvionato di Firenze e Venezia del 1966: complessivamente circa 4000 volumi. Nel 2011 è stato portato a termine il restauro del graduale Liber VII del sec. XIV, corale membranaceo di proprietà della Pontificia Biblioteca Antoniana di Padova, con miniature di Nicolò di Giacomo, artista bolognese attivo nella seconda metà del ‘300. Nel 2013 sono stati restaurati tre corali membranacei dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia dei sec. XV – XVII, tra cui il Salterio Innario N miniato dal massimo rappresentante della miniatura tardogotica veneziana: Cristoforo Cortese.

Negli ultimi anni il laboratorio è intervenuto su beni di pregio e di grande importanza storico-artistica e culturale. Nel 2014, di grande prestigio è stato il restauro di tredici manoscritti dei sec. XIII – XV provenienti dalla biblioteca del Sacro Convento di Assisi. I codici, dopo il restauro, sono stati esposti eccezionalmente a New York. Tra questi da citare sono: il manoscritto 338, contenente il Cantico delle Creature, il manoscritto 686 con la Vita seconda di san Francesco di Tommaso da Celano, i manoscritti 345 e 347: Legenda Major e Legenda Minor di Bonaventura da Bagnoregio. Nel 2016 sono stati restaurati due codici ricchi di miniature e finemente decorati risalenti al sec. X: Il Sacramentario e l’Evangeliario di Fulda, di proprietà della Biblioteca del Capitolo metropolitano di Udine. 

Nel 2017 il laboratorio dell’Abbazia di Praglia è intervenuto su un diploma membranaceo attribuito a Carlo Magno dell’anno 808 della Cattedrale di Piacenza. Nel 2018 sono stati restaurati i codici del Centro Dantesco di Ravenna: manoscritti, incunaboli e cinquecentine delle opere del sommo poeta. E’ del 2018 l’intervento sulla partitura originale della “Semiramide” di Rossini del teatro “La Fenice” di Venezia. Nel 2019 è stato restaurato un manoscritto del violinista Tartini della Cappella Musicale della Basilica del Santo. Del 2022 sono gli interventi su manoscritti di Montecassino, Este, Montagnana, Bologna tutti di inestimabile importanza storica e artistica. Sempre negli ultimi anni sono state restaurate opere di De Chirico, Fontana, Segantini, Guttuso, Morandi, Fattori, Mirò, e molti altri.

Il restauro è l’intervento diretto, sia fisico sia chimico, sui materiali e sulle strutture del bene culturale da conservare allo scopo di rallentarne i processi di degrado e di consentirne il più a lungo possibile la fruizione. Bene culturale da tutelare è pure l’immenso patrimonio custodito in Archivi e Biblioteche perché come ogni altro materiale organico la carta è soggetta a degrado: la natura stessa delle sostanze che la compongono ne determina l’invecchiamento naturale più o meno accelerato. Ne accentuano il degrado: le componenti delle mediazioni grafiche (inchiostri, colori, vernici, ecc), la polvere (notevolmente igroscopica), l’infezione da microrganismi (funghi e batteri), le infestazioni (insetti e roditori), la luce sia naturale che artificiale, eventi eccezionali e da ultimo – ma non in fatto di danni arrecati – la non corretta manipolazione da parte dell’uomo. I restauratori intervengono quando il bene culturale che dobbiamo tutelare è degradato e rischia di perdere la sua funzione di trasmettere informazioni o quando la sua fruizione non è più possibile.

Il laboratorio opera a favore di enti pubblici, enti ecclesiastici, singoli privati e artisti. Gli interventi di restauro riguardano libri, pergamene, incisioni, disegni, fotografie, sigilli e tutto ciò che interessa il materiale cartaceo e membranaceo.

In linea con le tecniche più innovative e conservative il laboratorio opera oggi anche con:

  • camera di umidificazione e membrane per il controllo e l’apporto di umidità;
  • pulitura per via chimica con gel rigidi, nanogel, solvent gel, ecc.;
  • uso degli enzimi per la rimozione di adesivi a base vegetale o animale;
  • trattamenti ossido-riducenti;
  • uso dei fitati di calcio come chelanti degli ioni ferro negli inchiostri ferrogallici;
  • deacidificazioni spray non acquose;
  • consolidamenti di pigmenti e mediazioni grafiche con varie tecniche;
  • utilizzo di nanocomposti per la deacidificazione o per il consolidamento.

Il laboratorio è inoltre attrezzato per la digitalizzazione ad alta definizione di stampe, disegni, manoscritti e documenti. Ci occupiamo anche del condizionamento corretto di disegni, stampe, incisioni, ecc. in cornice realizzando passe-partout su misura e comunque studiando in ogni occasione la soluzione più idonea. Vengono anche realizzate custodie di contenimento su misura con materiali a lunga conservazione.

Dal 2018, a seguito di un percorso formativo specifico, i restauratori del laboratorio si occupano anche della creazione di carta fatta a mano con il metodo tradizionale europeo utilizzando fibre naturali (lino,canapa, ecc.), pigmenti naturali e collatura tradizionale a base di gelatina.


Abbazia di Praglia – Via Abbazia di Praglia, 16 – 35037 Teolo (PD)

Per informazioni e contatti:
https://praglia.it/restauro-del-libro/

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